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Lo spread torna a far paura?

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Il differenziale di rendimento tra BTp e Bund è salito a quota 160 punti, come non accadeva da giugno. E secondo gli esperti in caso di vittoria del “no” al referendum potrebbe salire ancora.

 Nelle ultime settimane si torna con più frequenza a parlare di spread. Questo termine – che in inglese significa differenza e che nel gergo finanziario degli ultimi anni in Italia viene per larga parte usato per sintetizzare la differenza tra il rendimento dei BTp a 10 anni con quello dei Bund tedeschi di pari durata – è indubbiamente associato alla paura. Questo perché non è poi così lontano luglio 2012 quando lo spread tra Italia e Germania arrivò a 575 punti, il massimo storico. In quella fase ci fu una fuga di capitali dall'Italia con gli investitori stranieri che temevano il peggio per i loro investimenti, ovvero l'uscita dall'Italia dall'attuale impalcatura di regole europee. Oggi siamo molto lontani da quella fase, perché proprio nell'estate del 2012 intervenne la Bce assicurando “protezione” ai bond governativi dell'area euro. Da allora lo spread è sceso violentemente per il semplice motivo che gli investitori difficilmente attaccano la potenza di fuoco, teoricamente illimitata, di una banca centrale. Oggi però, alla luce del referendum costituzionale del 4 dicembre, molti investitori stanno alleggerendo le posizioni sull'Italia. E' il caso di tornare a preoccuparsi?