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Elezioni francesi, nuovo shock in arrivo per l’Europa?

Dopo gli scossoni arrivati dalla Brexit, dalla vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA e dal prevalere del No al referendum costituzionale italiano, i mercati si trovano di nuovo alle prese con un rischio di stampo politico: le elezioni presidenziali francesi, in agenda ad aprile-maggio 2017.

 

Archiviato il voto in Austria, gli altri appuntamenti elettorali del prossimo anno, in Germania e in Olanda, non sembrano poter riservare infatti particolari sorprese. È Parigi a destare qualche perplessità, soprattutto per l’impatto destabilizzante che l’esito del voto potrebbe avere sui mercati finanziari, europei e non solo. Analizziamo la situazione con l’aiuto di Ispi, l’Istituto per gli studi di Politica Internazionale.

Lo scorso 20 novembre si sono tenute le primarie repubblicane, che hanno visto una netta vittoria di François Fillon, ex delfino di Nicolas Sarkozy, sull’avversario Alain Juppé. A gennaio sarà poi la volta dei socialisti che, dopo la rinuncia del capo di stato uscente François Hollande alla candidatura per un secondo mandato, dovranno scegliere chi guiderà la sinistra alle elezioni presidenziali.

L’aspetto più significativo però è il ruolo assunto dal Front National di Marine Le Pen, ormai molto più di una semplice “terza forza”. Sull’onda del primo posto nel voto popolare alle Regionali dello scorso dicembre, e in scia alla vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, Marine Le Pen cerca di affermarsi come alternativa ai partiti tradizionali, facendo leva anche sulle paure più diffuse tra la popolazione: il terrorismo islamico, l’afflusso dei migranti e lo stallo dell’economia.

Andiamo a conoscere i candidati meglio posizionati per ciascuno schieramento politico.

Centro-sinistra

Le primarie del centro sinistra sono state fissate per il 22 e 29 gennaio 2017, e saranno aperte anche alle altre forze di sinistra come gli ecologisti, tra cui spicca l’eurodeputato del gruppo Eelv, Yannick Jadot, e al fronte democratico. Tra i futuri candidati alla primarie, ad oggi il favorito risulta Manuel Valls, che si è dimesso dalla carica di primo ministro proprio per poter partecipare alle elezioni presidenziali, dopo la rinuncia di Hollande. In corsa ci sono poi Arnaud Montebourg, ex ministro del governo Valls ed esponente dell’ala sinistra del partito socialista; Sylvia Pinel, leader del Partito radicale di sinistra; Benoit Hamon, ex ministro ed europarlamentare; Vincent Peillon, vicino all’ala sinistra del partito, ministro dell’Istruzione dal 2012 al 2014; e Jean-Luc Bennahmias, ex eurodeputato dei Verdi.

Una voce fuori dal coro

Un ex ministro del governo Valls rappresenta, più di altri, la grande novità dello scenario partitico francese: Emmanuel Macron. Già titolare all’Economia, dopo le dimissioni annunciate in agosto, ha fondato un suo movimento politico: “En Marche!” (“In marcia!”), proprio con l’intento di candidarsi alle presidenziali del 2017. Macron è esperto di finanza e laureato in filosofia ed è entrato nella squadra di governo durante la presidenza Hollande. Il giovane carismatico ex banchiere di Rothschild è piuttosto apprezzato dagli elettori, che lo dipingono come un innovatore e un riformista di sinistra che ha perseguito, durante l’esperienza di governo, scelte apprezzate anche a destra, in particolare in merito alle politiche sul lavoro. Il suo nuovo movimento politico si caratterizza infatti per non essere schierato né a destra e né a sinistra e per non aver ricevuto l’endorsement dei partiti tradizionali. Questo fa di “En Marche!” un attore super partes che si accinge ad entrare nell’arena politica francese. La sua candidatura ufficiale alla corsa alle presidenziali avvenuta solo lo scorso 16 novembre, fa di Macron un altro potenziale pretendente all’Eliseo e quindi un attore interessante da seguire nei prossimi mesi.

Centro destra

È l’unico schieramento per cui conosciamo già il nome del candidato all’Eliseo: le primarie sono state vinte da François Fillon. Già primo ministro francese dal 2007 al 2012, sul piano politico Fillon si sovrappone a Juppé, rappresentando entrambi un progetto di destra moderata e popolare, attenta ai valori dell’Europa e della tradizione gollista. Entrambi accentuano la necessità di profonde riforme, in particolare in economia e nella macchina dello stato.

Il Front National

Indiscutibilmente il terzo attore politico francese è il Front National (Fn) di Marine Le Pen, che, secondo i sondaggi, arriverà al ballottaggio di maggio 2017. L’affermazione del Front National è avvenuta già da qualche tempo, più precisamente alle regionali del 2015 che hanno visto un ribaltamento della cartina politica francese. Lo scorso anno infatti, al primo turno, l’Fn era arrivato primo in sei regioni. Il risultato è stato poi ribaltato al secondo turno anche grazie al voto strategico degli elettori di sinistra, che hanno riversato i propri consensi verso i candidati repubblicani per scongiurare una vittoria lepenista. Nonostante la sconfitta, il messaggio dello scorso anno era chiaro: il Fronte National ormai un attore politico di primo piano a livello nazionale. Marine Le Pen, forte della vittoria di Donald Trump dello lo scorso 8 novembre, si presenta all’elettorato francese come una leader populista di destra, facendo proprie le paure di una Francia scossa dagli attacchi terroristici subiti negli ultimi anni. Il Front National si allontana comunque dagli slogan xenofobi che hanno caratterizzato la narrativa di Jean-Marie Le Pen, padre di Marine, allargando maggiormente il proprio bacino elettorale su più livelli della società francese. Ad oggi molti giovani appoggiano il messaggio di Marine Le Pen, inclusa anche una parte del mondo cattolico. La metamorfosi del fronte lepeniano sembra appena iniziata.

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